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sabato 15 agosto 2009

ACSI aderisce alla campagna "IL MARE NEGATO"


Il “MARE NEGATO” è un’iniziativa promossa da: ACSI, AICS, Arci Pesca Fisa, ASI, Csain, CSEN, CSI, PGS, US ACLI e UISP, con lo scopo di sensibilizzare assessorati competenti ed autorità portuali su una tematica spesso ignorata e che non a caso lede le classi sociali più deboli. Si tratta del diritto loro negato di usufruire del mare e delle coste campane a vantaggio, invece, delle classi economicamente più elevate.

Insieme a Libera Pesca - Guardia Costiera Ausiliaria - Ass. Nazionale Salvamento hanno presentato il dossier “Mare negato” alla Sala Multimediale del Comune di Napoli, il 15 luglio.

L’UOMO E IL MARE. Fin dall’inizio della storia l’uomo ha utilizzato il mare come via di comunicazione ed il rapporto con esso ha accompagnato lo sviluppo dei popoli. Oggi il rapporto con il pianeta blu è ambivalente: da un lato chi lo ama e lo rispetta e dall’altro chi lo sfrutta e lo inquina.

CONFESSIONI DI UN AMANTE DEL MARE. Molto significativa la testimonianza di un uomo che racconta, con gioia e nostalgia, i momenti della sua infanzia quando, attraverso la pesca, ha imparato ad amare il mare ed a conoscerlo e da adulto il suo desiderio è stato proprio quello di far avvicinare i giovani al mare e strapparli così dal mondo della minicriminalità. Desiderio, però, purtroppo deluso a causa dell’uso lucrativo che fa di questo bene naturale.

LA DENUNCIA. L’atteggiamento nei confronti delle politiche sociali rivolte al mare ed alle coste è di completa indifferenza. Situazione tra l’altro aggravata dalla mancanza d’una legislazione nazionale e regionale a proposito.

L’INGIUSTIZIA SOCIALE. Le ingiustizie sociali colpiscono oggi anche il ceto medio ossia il gruppo dei nuovi poveri che vive in condizioni di disagio, emarginazione ed umiliazione e le nuove generazioni che iniziano a perdere fiducia nelle loro aspirazioni.

I PROBLEMI SUL TAPPETO. Negare il mare significa non permettere neppure l’utilizzo della costa e, quindi, la possibilità di praticare pesca sportiva, ormeggiare imbarcazioni e usufruire di spiagge libere. Se ciò non accadesse le classi deboli potrebbero godere d’importanti vantaggi.

LE ISTITUZIONI E L’ATTIVITA’ PORTUALE. Il demanio marittimo è gestito non dal comune di Napoli, ma dall’autorità portuale che ha messo in atto delle scelte legate al profitto economico e non al rispetto dei diritti dei cittadini.

I GIOVANI. Il mare può rappresentare per i giovani a rischio un’alternativa ai modelli educativi della strada e può essere un mezzo per conoscere la storia e la mitologia del nostro territorio. A tali scopi risultano utili attività sportive come vela, nuoto, pesca, canottaggio e subacquea.

LA BALNEAZIONE. Tra i problemi più rilevanti c’è l’assenza di spiagge pubbliche o meglio la loro presenza solo in zone dove la balneazione è vietata. Il resto della costa è occupata da stabilimenti privati che hanno spesso prezzi proibitivi anche per il ceto medio. In questa circostanza dovrebbe intervenire la giunta comunale a cui spetta la gestione delle politiche sociali.

IL MARE COME MEDICINA. Negare il mare significa anche negare gli effetti benefici che acqua, sabbia e sale hanno per la pelle e l’equilibrio psico-fisico.

LA SALVAGUARDIA DEL MARE. La normativa 979/82 è rivolta alla salvaguardia dei diritti del mare ed in particolare modo mira ad evitarne l’inquinamento. Quest’ultimo proviene dalle acque fognarie urbane, industriali ed agricole e spesso si tratta di liquami trasportati dai fiumi e che se giunti alla riva impiegano più tempo per decomporsi.

UN APPELLO AL BUON SENSO. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di creare un patto di cittadinanza marinara formato da: Regione Campania, Comune, Capitaneria di Porto, associazionismo volontario, Autorità Portuale con lo scopo di gestire il demanio marittimo e costiero in modo da soddisfare il privato, ma anche il pubblico ed il sociale.

UN POSSIBILE PERCORSO PER ATTUARE UN PROGRAMMA DI SVILUPPO SOCIALE PER NAPOLI E PER LA CAMPANIA.

Vi sono alcuni punti obbligati da considerare affinché il Programma abbia successo:

A) recepire le vocazioni, le aspirazioni e i bisogni dei cittadini residenti sulle aree costiere;

B) rendere esclusiva la forte identità pubblica della costa con un adeguata valorizzazione sociale;

C) misurare la compatibilità dei costi degli interventi rispetto ai ricavi sociali che possano derivare dai servizi che potranno essere realizzati;

D) creare un “indotto sociale di ricchezza” superiore a quello presentato.

E) istituire un meccanismo – strumento di controllo, pesatura,e validazione delle coerenze tra ciascuna azione e gli obiettivi strategici (Agenzia?).Sarebbe opportuna la creazione di un’agenzia che coordini le attività delle associazioni e coinvolga la cittadinanza in attività di volontariato e solidarietà.

Il Comitato Provinciale ACSI di Salerno quotidianamente segue le vicende del litorale salernitano; recepisce le lamentele dei bagnanti, troppo spesso, impossibilitati al libero accesso delle spiagge, soprattutto nella città capoluogo, ma anche in costiera amalfitana. L'estate 2009 sarà ricordata come quella dal mare più inquinato o per il meno pulito, nonostante le tante pubblicizzate bandiere di vario colore, omaggiate ai soliti Comuni. Altra difficoltà per gli amanti del mare, la mancanza di libero accesso agli approdi da parte dei diportisti e la totale assenza di servizi essenziali, utili per il rilancio del turismo dell'intera Provincia di Salerno.

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